Il Signore dei Racconti, dell’esordiente Elena Mandolini, è una gradita sorpresa.
Di A.R.
Saremmo davvero disposti a fare un patto con un Essere sconosciuto, pur di ottenere successo nella vita? Questo è l’assunto di base del romanzo Il Signore dei Racconti firmato dall’esordiente Elena Mandolini. Giunto in semifinale al concorso Il mio esordio – La Feltrinelli 2013, questo particolare romanzo breve si incastra alla perfezione tra due generi molta in voga in questi ultimi anni: l’urban fantasy e l’horror. Altrimenti detto, la storia si sviluppa in un contesto urbano con elementi fantastici, caratterizzati da sfumature orrorifiche e inquietanti. Il libro si incentra su Giulio, appena un adolescente all’inizio del romanzo, che non riesce a distinguersi sia a scuola che nello sport. La letteratura è l’unica materia in cui eccelle e, sebbene i suoi genitori lo amino incondizionatamente, sente di deluderli ogni giorno. Ultimamente, persino i successi del suo migliore amico sembrano tormentarlo e infastidirlo.
Tutto cambia quando un giorno il ragazzo viene chiamato da uno strano Essere che dimora al di sotto di Roma, in un antro che ha l’aspetto di una immensa Biblioteca e i cui libri portano i nomi di tutti gli esseri viventi che hanno camminato sulla Terra dall’alba dei tempi. Questo misterioso personaggio, che Giulio chiamerà Signore dei Racconti scrive, infatti, tutti le potenzialità e i bivi in cui incappa ogni essere umano. E, proprio questo Essere, gli propone un patto: cambiare le carte del suo Destino, in cambio di un prezzo che a lui non è ancora dato sapere. Nonostante l’enigma legato all’accordo, Giulio è così desideroso di cambiare vita, che accetta. Ovviamente, niente sarà semplice come lui pensava. Il romanzo si suddivide in tre parti ed è interamente raccontato in prima persona da Giulio, come se fosse un fluido continuo di pensieri del protagonista, scelta quanto mai idonea al tipo di storia narrato.
Infatti, veniamo come catapultati nella mente di Giulio cogliendone emozioni, paure e frustrazioni. Viene da sé, quindi, che lo stile sia semplice ed efficace, molto diretto e privo di abbellimenti che, in questo caso, risulterebbero solo banali e futili; infatti, non sempre nella nostra mente parliamo con aforismi e frasi fatte, ma con pensieri rapidi e fugaci. Il protagonista non è un eroe, ma un vero anti – eroe, ben delineato, chiaro e coerente con le scelte che compie nel corso del romanzo. Non sempre si ha voglia di patteggiare per lui, in quanto la continua brama di avere sempre più successo nella vita, lo porta a diventare un uomo ottuso, un donnaiolo arrogante e molto egoista. La spirale di eventi in cui si ritrova coinvolto è un vero climax discensionale, non una discesa negli Inferi si badi bene, ma un serie di eventi e di conseguenti decisioni di Giulio sempre più drammatiche e inquietanti. Un aspetto interessante da notare è che questo Essere, questo Signore dei Racconti, sia di fatto uno scrittore e il fatto che un’autrice esordiente abbia scelto una storia con personaggio scrittore è emblematica. Questo romanzo, al di là di altre considerazioni, è di gran lunga molto cinematografico sia per la struttura della storia stessa che per molte immagini descritte. Infatti, oltre alla canonica divisione in tre atti, anche i colpi di scena e i turning point sono molti adatti per il grande schermo, come anche diversi attimi caratterizzati da una buona suspense e una forte dose di inquietudine.

Articolo originale dal sito Sinequanon.
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